I FARMACISTI… una categoria di cui faccio parte ormai da 17 anni e sui cui a volte mi fermo a riflettere.
Bersagliati da più parti, negli ultimi 10 anni ne abbiamo viste di ogni tipo: Dai prezzi liberi di Storace, alle lenzuolate di Bersani, dalla diminuzione del quorum di Monti all’ingresso di capitali di Renzi. Ogni governo sembra voler dare il proprio contributo per destabilizzarci.
In ultimo ora la Conad che millanta fantomatici risparmi ai consumatori, quando è evidente invece l’ interesse ad accaparrarsi parzialmente il mercato del farmaco.
Tutti che ‘ce l’hanno con noi’. E’ vero anche che in tempi ormai lontanissimi abbiamo beneficiato di privilegi indiscussi trattando un settore privo di intrusioni. Privilegi, ahimè, ormai sfumati da tempo, ma che i nostri antagonisti (parafarmacie e Gdo) utilizzano ancora come manifestano per portare avanti le loro battaglie.
Senza entrare nel merito di queste ultime, ritenendo che ognuno abbia il diritto di ‘portare acqua al suo mulino’…, vorrei sottolineare in cosa potremmo provare a migliorare, e quindi alla fine risultare più forti. Perché di punti di forza ne abbiamo, tantissimi, ed è arrivato il momento di valorizzarci. Lo farò in più articoli, giorno per giorno, esprimendo pensieri o raccontando esperienze di quotidianità.
PRIMO PROBLEMA: L’ATTEGGIAMENTO DEL FARMACISTA
Il farmacista è tendenzialmente portato all’autocommiserazione e ad una visione un po’ miope della propria situazione, delle proprie potenzialità e di quelle della categoria in generale. Su quest’ultimo aspetto vorrei soffermarmi. Una pessima caratteristica che ci contraddistingue è la diffidenza, siamo ancora qui a guardarci l’un l’altro con sospetto, a notare se il collega vicino sta aperto mezz’ora più di noi.., o se fa una settimana di ferie in meno, o a quanti centesimi in meno vende l’aspirina!! Quando arriveremo a capire che il nostro antagonista NON SONO I COLLEGHI? Che non sono fondamentali le aperture o le chiusure (ognuno per 1000 motivi ha la propria organizzazione interna), o i prezzi praticati? Quando capiremo che i colleghi possono essere un aiuto prezioso? e che è importante collaborare? E questo non significa necessariamente unirsi in gruppi di farmacie! L’unione è MENTALE! L’unione è il rispetto per il collega, è saper riconoscergli i meriti (oltre che i difetti), e se necessario valorizzarli davanti al vostro cliente. La gente deve avere la percezione di una categoria unita, forte, che fa fronte comune nell’interesse del cliente/paziente, non di una categoria frammentata, chiusa, che punta a coltivare il proprio orticello a scapito del vicino…!
Non ho un prodotto? Non eseguo un servizio? Chiedete a un vostro collega, comunicate, non temete di mandare un cliente da lui! Oggi avete bisogno di lui e domani lui di voi! Questa è l’immagine di una categoria ‘intelligente’, che il cliente percepirà con spirito positivo, perché positivo è innanzitutto l’atteggiamento che abbiamo tra di noi.
Per me…SI COMINCIA DA QUI !
GABRIELE DV Lunedì 14 Dicembre 2015
Cara collega tu demonizzi la parafarmacia, ma se parliamo di competenze, di specializzazione e di responsabilità e di empatia, be, noi “parafarmacisti“ siamo talvolta più apprezzati dal nostro datore di lavoro che da tanti titolari. Questo perché chi ci affida capitali e persone che da noi si rivolgono, lo fa con fiducia totale nella nostra professionalità e serietà. Chi compra o chi ci chiede un consiglio spesso non percepisce la differenza tra bottega sotto casa o grande ipermercato. Creare empatia è il punto...fare le pulci al vicino...Be a me Farmacista non compete. Gabriele Coop Liguria RispondiLUCIO Venerdì 11 Dicembre 2015
Quando continui a considerare come antagoniste le parafarmacie i cui titolari sono farmacisti come te,ma non hanno avuto la fortuna di ereditare od acquistare una farmacia come l´hai avuta tu,parti già con il piede sbagliato . I previlegi continuate ad averli caro mio ,altrimenti si potrebbe fare come nelle altre nazioni ,vedi ad esempio la vicina Austria ,dove il farmacista può aprire dove vuole e vinca il migliore ... Ma tu di questo hai paura perché sai che perderesti . RispondiMAURIZIO BELLANTE Mercoledì 9 Dicembre 2015
Ottimi spunti di riflessione. Da operatore nel settore in effetti una delle cose più mi ha colpito in questi anni è stato il modo di patire la concorrenza in un settore che in realtà ha sempre vissuto di un indotto molto forte. Alla fine basterebbe specializzarsi e puntare su nicchie diversificando l´offerta rispetto al “vicino“ per potersi ritagliare ancora ottimi spazi in un mercato tutto sommato ancora inesplorato RispondiPAOLA POGGIO il Mercoledì 9 Dicembre 2015
Assolutamente , infatti sono già le nostre conoscenze e specializzazioni individuali a caratterizzarci e a differenziarci dal ´vicino´. Valorizziamole!! E curiamo sempre l´empatia e la comunicazione con la clientela! Proprio per gli argomenti trattati nel nostro lavoro, si raggiungono livelli di confidenza e fiducia con la clientela oserei dire impareggiabili rispetto ad altre professioni. È un valore aggiunto importantissimo, non sottovalutiamolo! Rispondi